Val di Rose LA VAL DI ROSE - RIFUGIO FORCA RESUNI NOTE TECNICHE E’ senza dubbio una delle escursioni più belle e conosciute del Parco, che permette senza far rumore e soprattutto non abbandonando il tracciato, di osservare, per un lungo tratto, i camosci, che si lasciano facilmente fotografare. Gli animali rappresentano l’attrattiva principale, ma non costituiscono il solo motivo di interesse per una zona che per le sue bellezze e valore naturalistico si colloca tra gli ambienti più importanti a livello nazionale. Per meglio tutelare la specie faunistica del camoscio d’Abruzzo, che nella Val di rose convive con i suoi numerosi predatori naturali (lupo, orso, aquila e volpe), ogni anno dal 15 di luglio fino alla I° domenica di settembre, il sentiero è soggetto a speciale regolamentazione con numero chiuso, accesso su prenotazione e in piccoli gruppi guidati da “Accompagnatori di media montagna – Guide del Parco”, che sono i professionisti abilitati a questa attività in montagna.
Il sentiero I1, si prende dentro il centro storico, la parte iniziale e su una larga mulattiera sassosa, costeggiata da muretti a secco e prosegue poi salendo il ripido costone erboso di M. Mava (teatro il 30 dicembre della bellissima fiaccolata). E’ il tratto più duro del percorso, ma scopre un incantevole paesaggio sul Lago di Barrea. Costeggiando poi delle radure con abbondanti cespugli di rose canina, che danno il nome alla valle, la pista entra completamente nella faggeta. Dopo aver superato i resti di un vecchio stazzo uscendo dal bosco, la valle si presenta con la sua morfologia di circo glaciale, fra i grandi blocchi di calcare bianco del Boccanera (sn.), del cuspide di Passo Cavuto e le creste di dolomie bianche della Camosciara e Monte Sterpidalto, sulla cui dorsale si possono scorgere branchi di cervi al pascolo. La mulattiera a giravolte sale, tra fiori di verbasco niveo, la parte alta della valle fino a Passo Cavuto (1942 m.), dove tra le rupi è possibile vedere i camosci correre e saltare su creste dirupate e precipizi scoscesi. Il panorama è eccezionale, oltre alle principali vette del Parco, sull’ampia Valle Risione e sulla Camosciara dominata dal Balzo della Chiesa con le sue cespugliose conifere di pino mugo, bellissimo è il colpo d’occhio sulle rocce del Monte Petroso. Dal passo il sentiero continua, sempre ben evidente, in una piccola conca alle pendici di Monte Capraio, dove si possono osservare vari uccelli, fra cui il gracchio (corallino e alpino), il culbianco, lo spioncello, il codirosso spazzacamino e non è da escludere l’avvistamento dell’aquila reale. Costeggiando in seguito a mezzacosta una cresta rocciosa si raggiunge ben presto il Rifugio di Forca Resuni (1952 m.), riservato ai servizi di sorveglianza dell’ Ente Parco, dove si scopre il versante laziale del Pnalm. Dal rifugio si scende in direzione est nell’alta Val Risione (che più in basso prende il nome di Valle Jannanghera), con l’itinerario K6 che dà verso un masso (masso erratico, 1820 m.). Senza possibilità di errore si segue il ripido sentiero che, tra fiori di genziana maggiore e piante di sorbo montano e sorbo degli uccellatori, entra nel bosco fitto della lunga Jannanghera. Il percorso prosegue traversando diverse radure fino a giungere al prato della Sorgente Jannanghera. Il tratto finale del percorso (con sigla I4), lo si prende al di sopra del prato della sorgente (direzione nord), piegando nel bosco a sinistra dell’evidente stradone, traversando a mezza costa un bosco misto offre, prima di rientrare in paese (1 ora circa dalla Fonte), notevoli scorci panoramici sul Lago di Barrea e la catena del Greco. In inverno, per chi ama l’avventura, questo itinerario offre in pieno la solitudine di spazi selvaggi e incontaminati, inoltre permette di vedere il camoscio d’Abruzzo nel suo appariscente mantello invernale per il quale è considerato il più bello del mondo. Si può salire con le racchette da neve fino a dentro il circo glaciale della valle, mentre con gli sci di alpinismo salire fino a Passo Cavuto ed eventualmente proseguire fino al Rifugio di Forca Resuni. Bisogna chiaramente fare molta attenzione alla neve, sotto alle pendici del Capraio, inoltre l’ultimo tratto dalla cresta rocciosa al Rifugio, non è sempre percorribile in sci ed è previdente l’uso dei ramponi. |
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